Liegi-Bastogne-Liegi 2025, Tadej Pogačar: “Fantastico finire così la prima parte di stagione”

Tadej Pogačar scrive l’ennesimo pezzo di storia alla Liegi-Bastogne-Liegi 2025. Partito a 34,8 chilometri dalla conclusione, il leader della UAE Team Emirates – XRG regala nuovamente spettacolo facendo ampiamente il vuoto, tanto che prima dell’ultimo chilometro il suo vantaggio è di 1’30” sui primi inseguitori e quasi due minuti sul gruppo. Il meritato bagno di folla in passerella che si concede dopo la flamme rouge lo vede poi concludere la corsa con 1’03” su Giulio Ciccone e Ben Healy, che lo seguono sul podio, e 1’10” sul gruppo, ma per lo sloveno è un altro trionfo perentorio, al quale i rivali non hanno potuto che inchinarsi ancora una volta.

Arriva così per lui la seconda Monumento della stagione, dopo il Giro delle Fiandre, il quarto podio in altrettante disputate quest’anno, la terza Doyenne in bacheca, dopo quelle del 2021 e 2024, nonché la nona grande classica della carriera, issandosi sempre più tra i migliori di sempre, ad ogni modo del presente visto che ora è di nuovo davanti a Mathieu van der Poel, arrivato a quota otto alla Parigi-Roubaix.  “È fantastico finire così la prima parte di stagione – commenta entusiasta nelle prime dichiarazioni dopo l’arrivo – Sono molto felice che tutto sia andato benissimo oggi, finora è stato tutto perfetto e sono davvero felicissimo”.

Nel raccontare la sua giornata, il classe 1998 ammette di non aver seguito il piano, agendo un po’ d’istinto: “Non avevamo pianificato di attaccare lì. Ma il ritmo era stato molto alto sino a quel momento e ho visto che molte squadre non avevano più gregari, quindi ho voluto testarmi. Mi sono detto che se avevo un buon margine in cima avrei valutato se continuare o meno, poi ho avuto buone gambe anche nella salita dopo la Redoute e sono potuto andare all’arrivo”.

La decisione è arrivata anche nel rendersi conto che colui che doveva essere il suo grande rivale, Remco Evenepoel, non era nella posizione migliore in quel momento. Pogačar spiega di non essersi reso conto delle difficoltà del belga, ma che comunque non averlo visto in testa al gruppo nel momento chiave è stato per lui un ulteriore stimolo ad agire: “Inizialmente stavano controllando il gruppo, restando sempre nelle prime posizioni, poi ad un certo punto gli uomini della Soudal Quick-Step sono scomparsi e mi chiedevo perché. Ho pensato che magari cercavano di risparmiarsi in vista della Redoute, perché si può risparmiare molto restando a ruota, ma quando ci siamo arrivati ho visto che Remco non era a ruota e anche quella è stata una buona motivazione per partire. Sapevo che Pavel e Brandon stavano bene, ma ho avuto la sensazione che potevo provarci. Nel peggiore dei casi sapevo che potevo contare su di loro per riprendere il nostro piano, ma alla fine è andata bene così”.

Inizialmente il suo gap non era molto ampio e Pogačar si è girato spesso, temendo che potesse andare come alla Amstel: “Quando mi guardavo dietro non ho mai visto niente perché vedevo solo moto, telecamere e macchine. Con le cuffie non sentivo nulla, quindi non puoi mai essere sicuro. In tv si vede tutto, ma dalla strada è diverso. Ho controllato spesso, ovviamente non volevo che andasse in quel modo, ma penso che comunque oggi era una giornata più adatta a me”.

Conclusa dunque questa parte dell’anno, il 26enne di Komenda si godrà ora qualche giorno di riposo, con una meritata vacanza che sembra intenzionato a passare soprattutto a casa, ma poi a breve “inizierà la preparazione verso il Tour de France”, altro momento cruciale del suo 2025, con la caccia al quarto successo in carriera.

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